Rumore

 

Che voce ha una città? Che cosa dice, che cosa pensa, che cosa fa? Ha un’anima, forse, una città?  All’inizio è tutto rumore. Il caos. Una cacofonia.

 


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“Storia brevissima da leggere mentre si attraversa la strada” di Alessandro Buttinelli

 

Il più bel rumore del creato? No, non proprio.
Il narratore perde sé stesso ma non c’è gioia, pace o salvezza.
C’è massificazione, spersonalizzazione. Anche la città, che sarà di volta in volta Roma, Torino, Londra, Parigi, Venezia perde inspiegabilmente i connotati.
Diventa La città grande di Martina Piperno, un luogo di chiasso, violenza, prepotenza.
Un luogo dove i rapporti umani sono destinati inevitabilmente a deteriorarsi.
La sensibilità di uno scrittore che si sente fuori posto e vorrebbe solo volare via (Ogni città è un’invenzione del cuore di Stefano Casacca), le solitudini parallele di giovani artisti che forse non si troveranno mai (Alfredo e Beatrice di Luca Tacchetti), una donna che va incontro al suo uomo con una pistola nella borsetta (La bambina sul pendio di Anna Giurickovic).
In una città disumana basta così poco, in fondo, per passare dal bisticcio alla violenza. Il suono di una sveglia (È ora di svegliarsi, sono le sette e venticinque di Alessandro Sesto), il Tic tac (di Aurelio Traversa) che senti sul treno per portare a casa, la vertigine della crisi d’astinenza di un tossico (Il ciriola di Andrea Paolucci). I suoni più insignificanti possono scatenare un abisso da cui non si può tornare indietro. E le conseguenze portano rumore sgradevole, sporco, disperato, come il Rat-rat man (di Agata Petra) di un cadavere che viene trascinato sul pavimento dal suo assassino e il Clang (di Olivia Marusi) della porta della cella che viene chiusa dietro di te quando ormai è troppo tardi.
Come salvarsi da questa belva? Come evitare d’essere divorati dalla grande città?
Forse con l’arte. L’arte, in fondo, è sempre un atto di resistenza.
Per non esplodere come i suoi parenti, Il proprietario di Filippo Parodi è costretto a scrivere, narrare, raccontare. In Triangolo scaleno grigio di Carlo Zambotti, un artista ha associato ogni suono a una forma e a un colore e li ha dipinti su tela. Ne viene fuori una sgraziata macchia sporca. “Una cagata” come commenta un giornalista, dopo aver chiesto invano una spiegazione dell’opera.
C’è anche chi si perde in un libro e vive una vita parallela in compagnia di personaggi che, pur essendo immaginari, si dimostrano più disponibili a relazionarsi di tante persone in carne ed ossa. Ci si perde in un libro e si perde la fermata, si sbaglia percorso, si ritorna al Punto di partenza (di Laura Ardito).
Già. Il punto di partenza. Frastuono, caos, il più bel rumore del mondo. Il più bel rumore del mondo? Forse la città vuole solo essere ascoltata.
Come hanno cercato di fare i ragazzi del Circolo del Terzo Martedì di Carlotta Doria, registrando la voce delle città, cercando di trovarne l’anima. Una ricerca che può diventare tanto una dipendenza pericolosa (Cronache di dipendenza di Vincenzo Mancini) quanto un’esperienza mistica.

 

 

ESTRATTO


Si fermò proprio al centro del mercato, dove le bancarelle s’ incrociavano. Chiuse gli occhi, aprì le braccia e sorrise, ignorando le decine di sguardi straniti che si posavano su di lui. Rese grazie alla ragazza col giubbino bianco e al suo canto di sirena che lo aveva condotto lì. Finalmente ascoltava la voce della città, il suo ritmo prodigioso, la dolcezza del timbro, le infinite armoniche che la componevano. Fu in quell’istante che riconobbe in essa la voce di Dio e il dolore scomparve.

Jesus blood never failed me yet di Vito Carone Di Grassi


 

E la città è in grado di ricambiare l’attenzione di chi l’ascolta, è in grado di reagire al grido d’aiuto delle vittime come in Grinze e ambulanze di Gino Palummo, la storia più sorprendente dell’intera raccolta.
Una donna umiliata e sfruttata, un viscido pappone, un ragazzo affetto da una grave malattia e uno scrittore si ritrovano coinvolti in un lungo, inspiegabile flusso di coscienza, in cui gli eventi si susseguono secondo una logica più alta di quella umana. È l’anima della città a tirare i fili. I prigionieri vengono liberati, i carnefici puniti, corpi paralizzati imparano a volare. Basta ascoltare quel rumore tra i rumori, quel suono impercettibile che ti cambia la vita. Quel suono impercettibile che è la voce di Dio e fa sparire il dolore.

 

ESTRATTO


Grinze e Ambulanze di Gino Palummo

 

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CHE LIBRO È?

urban noise

Urban Noise, una vibrante, onomatopeica raccolta di racconti di 17 autori esordienti selezionati da Gorilla Sapiens Edizioni.

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